LABORATORIO OSTE

Il laboratorio Oste, frutto di un progetto a quattro mani nel quartiere Sanità che coinvolge l’artista e designer di gioielli Vincenzo Oste e sua moglie Inès Sellami, anche lei artista, si offre come uno spazio pensato per ospitare e al tempo stesso raccontare sia la costante ricerca e sperimentazione di materiali che un bagaglio di esperienze sociali e culturali  È un luogo in cui l’arte dell’ospitalità sembra fondersi all’ospitalità dell’arte; all’interno del boutique hotel, infatti, la permanenza è accompagnata da componenti d’arredo, specchi e oggetti d’arte concepiti dall’artista Annibale Oste - padre di Vincenzo e scomparso nel 2010 -, che emergono e si impongono su un sottofondo neutro in cui poco o nulla è concesso all’eccesso decorativo. Non un contenitore di opere inerti, dunque, ma un luogo in cui dar loro vita, garantire l’incontro con lo spettatore e narrare quelle stesse energie che hanno animato la vita dell’artista. 

Sono proprio le immagini scultoree, i personaggi onirici ed i paesaggi individuati da linee e solchi materici a determinare il gusto ed il carattere dello spazio, mentre i toni caldi, che richiamano la terra, offrono il contenitore ideale per ospitare un repertorio di forme così significativo. Ad esse, inoltre, è sempre associato un repertorio materico vasto, che va dall'utilizzo della porcellana a quello della ceramica, dal bronzo al vetro soffiato, protagonista di una collezione di lampade e di installazioni luminose, vere e proprie sculture di luce.

Nella suite Marea, ad esempio, la testiera del letto si trasforma in supporto per tradurre la rigenerazione e l’eterno ritorno del moto ondoso marino, mentre nella camera Soffio di vento un’installazione affissa alla parete di fondo rappresenta l’irruenza e la simultanea leggerezza con cui il vento solleva le polveri e smuove i pensieri. La narrazione prosegue con il Cerchio Perfetto e l’opera Il Mio Paese, finendo per invadere anche lo spazio all’aperto. Un filo rosso, però, percorre la totalità degli ambienti, per riallacciare una storia familiare che procede ininterrotta dal 1930, anno in cui l’edificio fu costruito dal nonno di Annibale su un lotto che aveva sino ad allora ospitato un cine-teatro all’aperto. Il racconto continua poi con la destinazione del piano terra a studio personale dell’artista Annibale Oste e giunge a noi attraverso il figlio Vincenzo, anch’egli artista e designer. Risale al 2017, infine, l’idea di realizzare in quelle stesse stanze uno spazio in cui l’ospite possa esperire e percepire proprio il frutto di quella produzione artistica.


Numero persone per visita: 10
Accessibilità visitatori con disabilità motorie: no
Bambini: sì
Animali: no